La comunicazione digitale ha moltiplicato le occasioni di incontro, ma anche i rischi per la reputazione personale. Offese, accuse infondate e recensioni denigratorie sui social possono integrare il reato di diffamazione online, una fattispecie sempre più frequente nei tribunali italiani.
Cosa si intende per diffamazione online
La diffamazione è prevista dall’articolo 595 del Codice Penale e si configura quando l’onore o la reputazione di una persona viene offesa davanti a più persone.
Quando l’offesa si diffonde tramite internet o social network, la gravità aumenta perché il messaggio raggiunge un pubblico vasto e resta accessibile nel tempo.
Quando un contenuto online diventa diffamatorio
Un commento può essere considerato diffamatorio quando:
- viene pubblicato su Facebook, Instagram, X o altre piattaforme e offende una persona identificabile
- appare come recensione falsa o denigratoria su Google, TripAdvisor o altri portali
- è diffuso su forum, blog o chat di gruppo con più partecipanti
- contiene accuse prive di fondamento che ledono la reputazione
Quali sono le pene previste per la diffamazione sul web
La legge distingue tra diffamazione semplice e diffamazione aggravata tramite strumenti di pubblicità o mezzi informatici.
- Diffamazione semplice → reclusione fino a 1 anno o multa fino a 1.032 euro
- Diffamazione aggravata online → reclusione fino a 3 anni o multa non inferiore a 516 euro
Accanto alla responsabilità penale, la persona offesa può chiedere un risarcimento civile per i danni subiti.
Come sporgere denuncia per diffamazione online
Chi ritiene di essere vittima deve agire rapidamente entro tre mesi dall’offesa. I passaggi principali sono:
- raccogliere prove digitali come screenshot e link certificati
- presentare querela presso la Polizia Postale, Carabinieri o Procura
- chiedere la rimozione dei contenuti ai gestori della piattaforma
- avviare un’azione civile per ottenere il risarcimento
Come difendersi da un’accusa di diffamazione online
L’imputato può far valere diverse strategie difensive, tra cui:
- dimostrare che si trattava di diritto di critica o di satira
- provare che il messaggio era destinato a un solo interlocutore e non a un pubblico
- contestare la validità della prova digitale prodotta dall’accusa
- invocare l’assenza di dolo o l’attenuante delle scuse pubbliche
- richiedere riti alternativi come patteggiamento o messa alla prova
Qual è la responsabilità dei gestori delle piattaforme
La giurisprudenza distingue tra la responsabilità dell’autore del contenuto e quella del gestore della piattaforma. Quest’ultimo non è responsabile delle pubblicazioni altrui, ma può esserlo se non rimuove contenuti chiaramente illeciti dopo essere stato informato.
La diffamazione online e sui social è un reato sempre più diffuso e può avere conseguenze importanti sia sul piano penale che civile. Conoscere i profili giuridici è fondamentale per tutelarsi, ma in presenza di accuse o se si è vittima di un contenuto offensivo è altrettanto importante affidarsi a un professionista.
Se ti trovi in una situazione di questo tipo e hai bisogno di assistenza legale qualificata puoi rivolgerti all’Avvocato Penalista Luca Lanzi, che da anni si occupa di diritto penale e di tutela nei procedimenti per diffamazione, anche online.